Proprietà viscoelastiche di sistemi gelificati a base di alginati algali e microbici
Autori: M. Bruno, B. Ceccantoni, M. Mancini, M. Moresi Presentato al:VII Convegno Nazionale Di Reologia Applicata Anno: 2001 Volume: Unico - Issue: Unico Casa Editrice: Arti Grafiche Landi Lingua: Italiano
Abstract
La formazione di gel a partire da soluzioni di alginato di sodio è un’operazione abbastanza complessa: dipende dal tipo di alginato utilizzato (ad es. se ad alto tenore di acido L-guluronico “G” oppure D-mannuronico “M”), dal grado di conversione in alginato di calcio (pari ad es. al 100% nel caso che il rapporto tra gli ioni Na+ e Ca++ sia pari a 0,5), dalla fonte degli ioni calcio (cloruro, fosfato, lattato od acetato) e dai metodi di preparazione [1-2]. Il comportamento reologico di questi gel è stato studiato utilizzando sia test statici [3-6] che dinamici [7-8]. In particolare, il loro spettro meccanico è di solito caratterizzato da una corrispondenza lineare fra il logaritmo dei moduli di taglio dinamici elastico (G’) o dissipativo (G”) ed il logaritmo della frequenza (f) per f compresa fra 10-2 e 102 s-1, con valori di G’ uno o due ordini di grandezza maggiori di quelli di G” [7]. In un precedente lavoro [9] sono state studiate le proprietà viscoelastiche di gel di diversi alginati algali ad “alto M” e “ad alto G” mediante saggi reometrici a 20°C in oscillatorio (dynamic frequency sweep tests) ad ampiezza di deformazione costante (0,5%), discriminandone la risposta in frequenza del modulo di taglio dinamico complesso (G*) tramite due parametri indipendenti: l’ordine (a) della funzione di rilassamento e la costante di rigidità del gel (Aa) in accordo con la teoria di Friedlich e Heymann [10]. La pendenza (a) dei diagrammi log(G*)-log(f) è risultata quasi costante e pari a circa 1/12 per gli alginati guluronici o a circa 1/18 per quelli mannuronici, mentre la costante di rigidità (Aa) per gli alginati di tipo G è risultata 4-5 volte maggiore di quella pertinente agli alginati di tipo M. Obiettivo di questo lavoro è stato quello di verificare ulteriormente la validità delle correlazioni empiriche già sviluppate prendendo in considerazione altri alginati ad alto M, ottenuti da Lessonia nigrescens, Laminaria hyperborea ed Azotobacter vinelandii DMS 576.
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