- I 70 anni di Romano Lapasin: i nostri auguri ed il nostro grazie
Contributo di Paolo Lomellini
Hereby I outline some heartfelt thoughts of gratitude to Romano: a careful scientist, a nice and intellectually honest person, a good friend.
La ricorrenza dei 70 anni compiuti da Romano ci ricorda il tempo che scorre (del resto sappiamo che … “Panta rei”). Eppure, a fianco di questa che appare una inesorabilità incombente, si affianca in contrappunto il piacere e la fortuna che tanti di noi hanno avuto ed hanno nel conoscerlo e frequentarlo da lungo tempo.
Le attività della Società Italiana di Reologia tra la fine degli ’80 e l’inizio dei ’90 si erano progressivamente spente. Romano è stato uno di quelli che ha maggiormente contribuito a riportare in vita e attività il mondo reologico italiano con una sua dimensione organizzativa strutturata e permanente. Ne ha beneficiato lo scambio tra mondo accademico e industriale, la formazione per i giovani tecnici e ricercatori, la diffusione della conoscenza e dell’aggiornamento scientifico.
Mi piace evidenziare (e non cedo certo alla piaggeria) alcuni aspetti di stile personale che contraddistinguono il nostro neo-settantenne. L’essere rigoroso e preciso nell’approfondire gli aspetti scientifici, la pacatezza e l’affabilità nel dialogare, il saper aggiungere (ben dosato) il sale di un’ironia garbata e acuta per dare sapore alle discussioni.
Sembrerebbero, queste sopra ricordate, caratteristiche datate e consegnate irrimediabilmente ai tempi andati. Già! Perché i “clichè” oggi in voga nel circo mediatico appaiono quasi diametralmente opposti: superficialità e improvvisazione, dialoghi urlati o sbracati, umorismo greve e cinico. Penso che sarà meglio, per il nostro futuro, riorientare queste bussole impazzite verso le coordinate “antropologiche” più umane e sensate in cui si colloca Romano. Sono fiducioso che questo riorientamento (non so come, quando e in che misura) in qualche modo avverrà, anche grazie al contributo e alla presenza fattiva di persone come Romano.
Le felicitazioni per il traguardo raggiunto dei 70 anni e gli auguri per il futuro non sono dunque di circostanza, ma davvero sentiti, con tanta stima e amicizia.
Contributo di Mario Grassi
Romano has been and is my reference for what concerns science and life. Indeed, sometimes, I believe he represents the father figure that I was so unlucky to leave when I was young. Some months ago, he asked me to continue attending his rheology laboratory once retired. I answered him that I will allow him to leave the laboratory only in the next millennium.
Era il 1985 quando ho incontrato per la prima volta Romano, mio docente del corso di Chimica-Fisica. Quell’incontro era figlio della mia scelta, sostanzialmente casuale ed inconsapevole, di iscrivermi al corso di Laurea in Ingegneria Chimica. E’ stato Romano a guidarmi, con rara maestria, nei meandri degli equilibri di fase, delle equazioni di stato e dei coefficienti di attività. Tuttavia, ho potuto apprezzare la reale grandezza di quel corso (e sua) solo negli anni seguenti quando l’ho ristudiato per l’esame di stato, l’esame di dottorato e gli innumerevoli concorsi fatti per ottenere una posizione fissa all’interno dell’Università. Ogni volta che tornavo su quegli argomenti, convinto di sapere tutto, mi si apriva un mondo nuovo e capivo l’enorme quantità di informazioni contenute in quelle fotocopie sbiadite di un testo scritto di proprio pugno da Romano o, meglio, dal boss, come spesso lo chiamo. In ogni caso, già da subito, avevo deciso che lui sarebbe stato il mio relatore di laurea, indipendentemente dall’argomento proposto, in quanto avevo potuto apprezzare in lui un rigore metodologico ed una conoscenza che raramente ho riscontrato in un “ricercatore”. Nonostante mi risulti di essere stato l’unico suo laureato a non svolgere una tesi in reologia, ho avuto la fortuna di poter fare con lui il dottorato, il post-dottorato ed un assegno di ricerca. Incredibilmente, è stato proprio in questo lungo periodo che ho potuto apprezzare le qualità migliori di Romano. Infatti, ha sempre impersonato non il capo autoritario, ma il capo che si mette al servizio della squadra (di ricerca) per permettere ai suoi collaboratori di potersi esprimere al meglio. Ha sempre tenuto per sé i compiti più difficili o noiosi ed è sempre stato presente nei momenti di difficoltà, che non sono stati solo di natura scientifica. Infatti, ricordo come fosse oggi, i racconti delle sue notti insonni durante il lungo calvario che mi ha permesso di entrare all’Università, contro tutti e contro tutto. Solo una persona come lui poteva riuscire in un’impresa così difficile ed assurda rispetto ai criteri di reclutamento universitari di allora. Ovviamente, in linea con il suo stile, il giorno del mio ingresso ufficiale all’Università, mi ha accolto nel suo studio con un gran sorriso e mi ha detto: “Complimenti!”.
Ovviamente c’è stato anche qualche momento di tensione che, però, ha sempre avuto un risvolto comico, come accadde nel 2010 durante la preparazione del Congresso Nazionale di Reologia di Trieste. Il boss mi aveva affidato il compito di far stampare i tesserini di riconoscimento da dare ai congressisti. Mi ero impegnato al massimo perché fossero perfetti (di meno non si può fare con lui) e così, qualche tempo prima del congresso, gli porto la scatola semiaperta contenente i cartellini. Lui gli dà una rapida occhiata, ne prende uno e se lo mette in tasca dicendomi: “lo facciamo vedere questa sera anche ai ragazzi dello staff”. Alla sera, in una nota enoteca di Trieste, tira fuori il cartellino e lo fa girare tra i ragazzi i quali concordano con la perfezione della stampa, ma non capiscono perché siano riportate le informazioni della Scuola di Reologia di Valeggio e non del congresso! Ripresomi dagli innumerevoli e ripetuti fulmini scaturiti dai suoi occhi, ho cercato di dare una risposta razionale e non soprannaturale per spiegare l’increscioso evento, ma non ce l’ho fatta. Solo il mattino dopo, guardando la scatola dei cartellini, abbiamo scoperto che Romano, a caso, aveva preso proprio il cartellino che mi aveva dato come modello! ….. Gli altri erano giusti!!!
Anche ora che ho i capelli bianchi, ogni volta che mi capita di fare qualche cosa un po’ superficialmente ed in velocità, mi rimbomba nella testa come le campane di San Giusto il pensiero: “Romano non lo farebbe, non mi ha insegnato a fare così!”
Buon 70° compleanno boss, che la reologia sia sempre con te e tu con lei!